In attesa del recupero fra Levico
e Brixen, che continua ad essere rinviato causa maltempo e che dovrebbe
chiudere definitivamente l’annata di Eccellenza, si continua a giocare in serie
D, dove le regionali, per usare un eufemismo, arrancano. Settimana
particolarmente intensa, considerando che si è disputato pure un turno
infrasettimanale nel quale si sono disputati quasi tutti i match del weekend
precedente, caratterizzato da rinvii dovuti alla forte nevicata.
Chi sperava in una chiusura col
botto in grado di attenuare le delusioni di questa prima parte di stagione non
è certo rimasto soddisfatto. Due sconfitte in altrettante partite per Trento e
Mezzocorona, un punto per Fersina e S.Giorgio. Se è evidente che nessuna delle
quattro compagini se la passa bene, ognuna necessita, ad ogni modo, di un
discorso particolare. In questo momento le difficoltà maggiori le sta
incontrando il Mezzocorona, che perdendo con lo stesso risultato prima a
domicilio con l’Alzano e poi in trasferta a Crema arriva a cinque sconfitte
consecutive. I gialloverdi stanno senza dubbio attraversando il periodo più
buio di una storia recente ricca di trionfi inaspettati e memorabili. Se
organizzazione e programmazione sono stati per anni i punti di forza del sodalizio
rotaliano, ultimamente sembrano esser sorti problemi anche relativamente a
questi profili. La mancanza in società di una figura carismatica e devota alla
causa come il compianto Tonetti incide certamente. Un cambio in panchina dopo
le prime partite e una rivoluzione nell’organico durante il mercato di dicembre
sono eventi a cui in quel di Mezzocorona non erano abituati. È innegabile che
in estate siano stati commessi degli errori ed in particolare nella campagna
acquisti è abbastanza e uno sguardo alle statistiche lo conferma. I numeri sono
infatti impietosi: 13 punti in 19 partite, 5 sconfitte nelle ultime 5 partite,
8 nelle ultime 9 e 11 nelle ultime 13. Solo nei primi incontri la squadra era
apparsa in salute e l’esonero di Orsini non ha sicuramente dato la spinta
auspicata. Le reti di Mele e De Angelis avevano costituito un ancora di
salvezza e il fatto che la dirigenza abbia lasciato partire entrambi risulta
poco rassicurante. Stupisce soprattutto l’improvviso addio del primo, dato che
Marco Mele, non solo era uno dei migliori talenti del gruppo ma anche un ragazzo
che conosceva bene l’ambiente, in quanto ha vestito la maglia dei Draghi per
molte stagioni. L’idea è quella che un ciclo straordinario stia lentamente
chiudendo, visto che la squadra si trova in una parabola discendente. Ci sono
comunque ancora molti mesi in cui vi sarà la possibilità di uscire dal baratro,
ma una cosa è certa: il ds Tormen dovrà fare gli straordinari e muoversi
benissimo negli intricati scambi invernali.
Se nella Piana la situazione è
pessima, le cose non vanno certo meglio nel capoluogo. I 4 punti conquistati
dal quarto allenatore di stagione nelle sue prime due uscite avevano illuso
parzialmente gli ormai (condivisibilmente) sfiduciati tifosi del Trento, sempre
alle prese con terribili e apparentemente infinite delusioni. Alle due partite
senza sconfitte con De Paola alla guida sono seguiti infatti due ko pesanti,
sia per il modo in cui sono arrivati, sia per l’avversario incontrato. Proprio
quando i gialloblu dovevano confermare la loro crescita, hanno ripreso
l’abitudine della sconfitta, perdendo in pochi giorni al Briamasco con il
Montichiari e nel bergamasco contro l’Alzano. Non può essere un’attenuante il
passato delle due formazioni, visto che, da un lato, i bresciani non sono più
quelli che riuscivano a salvarsi tranquillamente in C2, dall’altro, sono
lontani i fasti delle stagioni 1998-99 e 1999-00 in cui bianconeri dell’Alzano
sorprendendo l’Italia calcistica vinsero la C1 e disputarono il loro primo
campionato cadetto. Entrambe le squadre si sono allontanate dalla zona
pericoloso solo nelle ultime due giornate e nel caso dell’Alzano ciò è avvenuto
proprio grazie a 6 preziosissimi punti regalati dalle regionali. Il 5-2 subìto
la domenica ha messo nuovamente a nudo tutti i limiti di un Trento che ha già
perso la grinta che appariva ritrovata. Uniche consolazioni sono la vena
realizzativa di Aquaro e alcune giocate di Alberti. Meno incoraggianti invece i
segnali che arrivano dai nuovi elementi. Il mister chiede molti e ulteriori
rinforzi ed è fondamentale che la dirigenza lo accontenti, cercando di
trattenere quelle poche pedine che stanno dando, nonostante tutto, il loro
contributo (vedi Aquaro). Indispensabile non ripetere l’errore fatto con
Ferrarese, che sta almeno per ora deliziando i tifosi di una Sambonifacese
d’alta classifica. I motivi della separazione dagli aquilotti non sono
ufficialmente noti, ma forse valeva la pena fare uno sforzo per non far partire
un calciatore di quel calibro.
Il rischio è che, vedendo la
classifica, sia Trento che Mezzocorona decidano di arrendersi e di vendere i
giocatori migliori e/o più costosi per limitare i danni almeno da un punto di
vista strettamente economico. Le rivali per la salvezza iniziano ad
allontanarsi e va ricordato che i posti validi per i playout sono utili solo se
il distacco tra le formazioni che ne sarebbero coinvolte non è eccessivo (più
precisamente: 8 punti).
Il 2012 della Fersina termina con
un perentorio 0-3 inflitto dal Pontisola, attuale capolista. L’anno entra in
ogni caso di diritto negli annali, considerando la storica vittoria
dell’Eccellenza. La prima stagione in D non è mai semplice, in particolare per
le trentine. I 18 punti raccolti non sono moltissimi e non mancano le
recriminazione per troppi errori difensivi che pesano non poco a livello di
graduatoria. I perginesi avrebbero meritato alcuni punti in più che sarebbe
valsi una posizione un po’ più tranquilla. Negli ultimi due match un solo
punto, strappato al Rigamonti-Ceppi di Lecco. Uno stadio che ha visto la serie
A (negli anni ’60) e la serie B (l’ultima volta nel lontano ’73) e che ha
probabilmente dato la carica anche agli uomini di Cortese, in grado di imporre
lo 0-0 ad una squadra che fino all’anno scorso era tra i professionisti.
Risultato importante e prestigioso a cui non è stato dato seguito (come
accennato) tre giorni più tardi. Con qualche correzione invernale e un po’ di
buona sorte l’obiettivo minimo dei playout è però alla portata dei valsuganotti
che potrebbero pure mirare al colpo grosso se riuscissero ad essere più cinici.
La 19esima giornata è resa meno
amara solo dal pareggio del San Giorgio. Il punto derivante da un pari
casalingo contro una formazione di metà classifica è, in realtà, positivo solo
fino ad un certo punto. Per come si erano messe le cose, tuttavia, in quel di
Brunico possono ritenersi soddisfatti. Sotto di tre reti, i biancorossi sono
riusciti grazie ad un grande secondo tempo a rimontare incredibilmente. Dopo i
gol di Mair (capocannoniere della squadra) e di Mayr, i ragazzi di Morini hanno
raggiunto il pareggio proprio in pieno recupero con il veterano Bachlechner che
evitato che l’impresa rimanesse incompiuta. Una prestazione in linea con la
grinta che in questi anni ha sempre contraddistinto gli altoatesini. Resta a
questo punto da chiedersi se il vero S.Giorgio è quello visto nella prima
frazione o quello che nel secondo tempo ha spinto fino all’ultimo. I pusteresi
chiudono l’anno davanti alle altre tre regionali e hanno addirittura la
possibilità di migliorare la classifica con il recupero del 18esimo turno che
si disputerà nell’inusuale (per le abitudini italiane) data del 30 dicembre, in
modo da non pregiudicare le esigenze lavorative degli stessi giocatori
altoatesini.
Dopo quest’andata di sere D,
l’incubo delle quattro retrocessioni su quattro non è certamente scongiurato.
Il rischio rimane piuttosto alto e tale eventualità complicherebbe il cammino
della Bassa. Ci auguriamo quindi una riscossa delle regionali nel girone di
ritorno, sia per l’onore della regione, sia per il coinvolgimento diretto della
nostra squadra.