lunedì 28 gennaio 2013

La situazione a fine Gennaio



Weekend decisamente entusiasmante per la Bassa, poiché stranamente giungono notizie abbastanza positive dalla serie D.  Non sono certo in molti a ricordarsi l’ultima volta il cui tre regionali erano riuscite a non perdere, considerando l’eterna crisi di Trento e Mezzocorona da una parte e gli alti e bassi di Fersina e S. Giorgio dall’altra. Paradossalmente sono stati proprio gli altoatesini, che in svariate occasioni avevano tenuto alto l’onore della regione, a mancare il pareggio che avrebbe garantito un en-plein più unico che raro. 

L’apertura spetta però di diritto alla preparazione della Bassa. Sabato pomeriggio partitella sul sintetico di Campodenno per riprendere confidenza con i novanta minuti e valutare gli effetti del primo periodo di allenamento invernale. È emersa un po’ di ruggine dovuta alla lunga pausa ma nulla di allarmante. Occorrerà sincronizzare nuovamente qualche meccanismo difensivo e attendere che tutti raggiungano la miglior forma. Molte le note liete che vengono in primis dalla mezz’ora iniziale disputata con grande intensità. Poi un fisiologico calo con la squadra che comunque ha corso per tutta la partita. Alcuni giocatori hanno addirittura dimostrato di trovarsi già in una condizione straripante. Ha inoltre ben impressionato il nuovo arrivato Maistrelli che si trova perfettamente a suo agio in mezzo al campo, dove cerca di unire qualità e quantità.  Dopo la scampagnata nel gelo del Salvez, in serata cena di squadra con giocatori e dirigenti della società, bella occasione per ritrovarsi anche con i “cugini” del volley. Infine, chiusura col botto con i nostri prodi eroi a scuotere la tranquilla nottata della valle. 

Capitolo serie D: nelle ultime apparizioni le trentine avevano rimediato solo magre figure e i dieci gol presi tra Mezzocorona e Trento nell’infrasettimanale costituiscono un dato già di per sé sufficiente a riassumere il tutto. La sconfitta dei rotaliani merita comunque di essere analizzata a parte in quanto specchio di questa infausta stagione: in vantaggio 1-3 e poi 2-4 i gialloverdi si fanno prima rimontare e poi persino superare nel giro di un minuto contro i mai domi bergamaschi del Mapellobonate che sfruttano tutta la fragilità degli ospiti  e chiudono sul 5-4. Quando si buttano letteralmente partite e punti in questo modo è dura pensare di potersi salvare. Un vero peccato se si pensa che i draghi erano riusciti a capovolgere l’iniziale svantaggio mettendo in mostra quantomeno un’apprezzabile voglia di reagire e una maggiore vena realizzativa. Anche in quest’ultima giornata i tre punti sono sfuggiti proprio quando il Mezzocorona sembrava averli ipotecati. Sul difficile campo della Caronnese, devastante nei primi turni e ancora oggi in piena lotta promozione, i ragazzi di Orsini reagiscono al gol dei padroni di casa e al minuto 89 si portano pure sull’1-2 grazie alla rete di Caraccio. In pieno recupero arriva puntuale la beffa firmata Ferre che trasforma il penalty del pareggio e manda in frantumi il sogno di conquistare un successo che manca ormai dal lontano ottobre. Qualche recente miglioramento sembra comunque esserci stato: gli arrivi di Timpone e Caraccio hanno rafforzato non poco il reparto offensivo. Il ritorno del mister che aveva guidato il Mezzo nell’avvio di stagione ha inoltre ridato ai giocatori la voglia di lottar, a testimonianza del fatto che l’attuale situazione di classifica è la conseguenza di errori legati alla costruzione della squadra in estate ma anche a scelte forse affrettate e poco ponderate nei momenti cruciali e più difficili. 

Stesso risultato del Mezzocorona anche per il Trento che non va oltre il pari contro l’abbordabile Seregno. Grande attesa per l’esordio di De Zerbi, finalmente giunto alla corte di De Paola e senz’altro uno degli elementi più qualitativi dell’intera categoria. Giocatore che fino a poco tempo fa sentiva la musica della Champions, che aveva numerose richieste forse più allettanti (Padova in B, varie squadre di C e l’ambiziosa Porto Tolle in D) ma che si è fatto convincere dal progetto e dai proclami dal vulcanico Bizzozzero, al momento esuberante finanziatore della società assieme a Belfanti. Forse per riacquistare la fiducia dell’ambiente dopo la clamorosa vicenda Tritium (ovviamente già conclusa con un nulla di fatto come era preventivabile regolamento alla mano…), la strana coppia ha regalato ai tifosi pure il colpo Aimo Diana, una vita tra A e B e con qualche apparizione in nazionale. I due innesti, seppur non giovanissimi (33 e rispettivamente 35 anni)  possono sicuramente dire la loro in questa categoria e, a condizione di ritrovare una forma accettabile dopo l’inattività, sono ancora in grado di fare la differenza. I tifosi tengono giustamente i piedi per terra e sperano che oltre ai nomi arrivino anche i punti. 

Chissà cos’avrà pensato De Zerbi quando dopo 6 minuti con la nuova maglia il Trento era già sotto di due gol. Cos’hanno pensato i presenti al Briamasco è invece facile immaginarlo. Avvio sciagurato, con il promettentissimo Comi, punta classe ’90 e tempo fa giustiziere del Mezzocorona, che diventa subito un vero e proprio incubo. Alla prima sortita gli ospiti passano: spiovente innocuo  in mezzo all’area, Rossi e Gheller non si intendono e Comi è lesto a fiondarsi sul pallone e a fare secco Sforzin con un sinistro potente. Nemmeno il tempo di riprendersi e lo stesso centravanti prende palla sulla trequarti e si invola indisturbato verso l’area, salta al limite un primo avversario con il destro, ne supera un altro rientrando sul sinistro e conclude battendo l’incolpevole portiere aquilotto. Percussione meravigliosa di Comi ma difesa inguardabile e totalmente in tilt. Siamo solo al sesto minuto. Il blackout prosegue inesorabile e al decimo gli ospiti sfiorano il tris. È ancora Comi a seminare il panico nella sgangherata difesa gialloblu: il numero 10 partendo dalla bandierina di sinistra, si libera con una grande giocata del diretto marcatore, se ne va sulla linea dell’out e mette in mezzo per il compagno che spara su Sforzin. Dopo l’iniziale sbandamento il Trento tenta di reagire e al 22’ accorcia le distanze. Aquaro protegge bene palla e si conquista intelligentemente una punizione sulla sinistra che Alberti pennella in area dove stacca Casagrande che costringe il portiere Maggioni a respingere. Dopo la ribattuta del portiere, arriva sul pallone Rossi che da pochi passi non può sbagliare il tap-in. Gara completamente riaperta e gialloblu più propositivi.  Sugli sviluppi di un corner dalla destra i ragazzi di De Paola trovano anche il secondo gol: il portiere non è impeccabile e nella mischia che si crea nell’area piccola Casagrande indovina la zampata vincente. Sulle ali dell’entusiasmo i trentini sfiorano anche la rimonta completa con Rama che in mischia si coordina ma spara alto da buona posizione. Nella seconda metà di gara le emozioni non sono molte ed è il Seregno ad andare più vicino al successo, prima con una punizione insidiosa che Sforzin vede all’ultimo, poi con Pellegata che si fa ipnotizzare dal portiere dove esser stato pescato solo in area da Giangaspero. Preoccupanti alcuni momenti di assenza mentale della retroguardia trentina. Finisce con un punto per ciascuno. 

Le prossime due sfide, ossia recupero casalingo contro il Mapello mercoledì e derby di domenica a Mezzocorona, ci diranno a quali traguardi può ambire questo Trento.

Il S. Giorgio recupera due reti ma termine ancora senza punti. Reduci dalla debacle dell’infrasettimanale in terra bresciana, gli Jergina ospitano il Voghera, quarta forza del campionato, intenzionati a dimenticare Darfo. Proprio il Darfo, con le recenti vittorie si è allontanato dalle zone basse complicando bon poco la ricorsa delle regionali. Il primo tempo dei biancorossi, forse ancora scossi dalla recente batosta, è da dimenticare. I lombardi passano due volte e sembrano aver già chiuso la partita (in gol anche l’ex Mezzocorona De Angelis, uno dei pochi a salvarsi con i gialloverdi ma partito a dicembre). Nel secondo tempo i padroni di casa cambiano volto e attaccano a testa bassa. Dopo 5 minuti H.Mair realizza il rigore della speranza, poi un incontenibile Orfanello serve a Peter Mair, miglior marcatore di suoi, il pallone del pareggio. L’impresa si interrompe proprio sul più bello, perché un errato disimpegno offre a Micheloni la chance del definitivo 2-3. La formazione di Morini, in credito con la fortuna, dovrà ripartire dalla prestazione offerta nel secondo tempo.  

Il risultato di giornata è quello della Fersina che espugna più che meritatamente Caravaggio grazie al gol di Gennara. Lo 0-1 finale non rende adeguatamente l’idea del dominio dei perginesi che continuano a esser poco cinici. In una nebbia fitta gli ospiti partono subito forte e colpiscono una clamorosa traversa con Bazzanella che si gira rapidamente in area e calcia con il destro. Il vantaggio lo firma Gennara che, finalmente al meglio dopo varie vicissitudini, si sta rivelando pedina importante. Dopo una ribattuta il centrocampista incrocia il tiro dal limite e centra il palo, che per una volta aiuta i gialloneri carambolando sul portiere e quindi in rete. Non paga del vantaggio, la Fersina continua a premere e mette alle corde i bergamaschi. Tra le molte occasioni sciupate una ha veramente dell’incredibile. Palla rubata al difensore, l’attaccante che si viene a trovare solo davanti al portiere avversario, ma un rimbalzo lo tradisce contringendolo a rallentare. Con un tocco preciso verso due compagni a centro area viene comunque reso vano il rientro del difensore. Pur con due uomini a pochi passi dalla porta, i perginesi mancano però colpevolmente il raddoppio e non chiudono il match. Sprecando così tanto il rischio è quello dell’ennesima finale amaro. Questa volta però la formazione di Cortese non molla un centimetro e mantiene il risultato. Prima della fine c’è anche il tempo per un altro legno colpito da Cicuttini (di testa) dopo angolo di Marchione. Resta il problema della concretezza ma la solidità dimostrata è un buon punto di partenza. Significativo lo zero nella casella gol subìti:i perginesi hanno infatti evitato le troppo frequenti sbavature in difesa.   

In chiusura news dal mondo dell’Eccellenza. Dopo svariate difficoltà dovute all’impraticabilità del terreno di gioco, si è finalmente recuperata l’ultima sfida in calendario, vale a dire quella tra Levico e Brixen. Per scongiurare un altro rinvio si è optato per un’inversione di campo. Poco male per il Levico, che ciò nonostante è riuscito a vincere balzando così al sesto posto in solitario. Decisive le reti siglate nella ripresa da Filippini e Meneghini che replicano al vantaggio altoatesino.

Per la Bassa va senz’altro bene così, dato che un’altra formazione trentina si allontana dalla zona retrocessione. Domenica intanto l’equilibratissimo campionato d’Eccellenza riparte già.   

martedì 15 gennaio 2013

La situazione al 13 Gennaio



Le partite delle regionali in serie D si confermano appuntamento per masochisti. Le nostre hanno dato ancora una volta grandi soddisfazioni, ma come sempre ai tifosi avversari. Il pareggio raggiunto in extremis dalla Fersina in terra bresciana rappresenta l’unico risultato utile della seconda giornata di ritorno.

Anticipare il match al sabato non è servito al Mezzocorona, nuovamente sconfitto, così come non ha prodotto gli effetti sperati la scelta di richiamare al timone Orsini, allontanato in autunno dopo aver conquistati 12 punti e ora di nuovo in panchina con la squadra che nel frattempo ha ottenuto un misero punto in 8 incontri. Al Comunale di via S. Maria i gialloverdi attendevano il Montichiari, formazione che fino alla scorsa stagione militava in C2 ma che finora non è riuscita a stabilirsi nella metà alta della classifica. Sfida teoricamente abbordabile, ma, considerando la situazione dei rotaliani, non certo facile. Un finale generoso non è bastato ai draghetti, che hanno solo sfiorato la rimonta dopo il doppio svantaggio. I bresciani, pur senza strafare, infliggono dunque la sesta sconfitta di fila ai padroni di casa (la prima dell’Orsini-bis). Il ritmo è da retrocessione diretta e le diatribe societarie, inusuali nella Piana, non aiutano di certo: in settimana è arrivata la notizia delle dimissioni del ds Tormen, appena tornato e, da quanto trapelato, contrario ad una nuova sostituzione alla guida tecnica. In mezzo agli molteplici episodi da dimenticare, vi è comunque una novità incoraggiante, ossia il ritorno di Matteo Timpone. L’ex Suedtirol, già protagonista della scorsa salvezza e poco utilizzato in Lega Pro, è sceso nuovamente di categoria per cercare di salvare un “Mezzo” in stato confusionale. Questa volta, se ce la facesse, più che di impresa, si parlerebbe quasi di miracolo. L’impatto dell’altoatesino è stato ad ogni modo devastante, anche se non è arrivato nemmeno un punto. L’attaccante, entrato nella seconda frazione, ha capovolto la partita, dando la scossa ai suoi compagni. L’1-2 con cui i gialloverdi hanno accorciato le distanze, porta, neanche a dirlo, la sua firma e nel finale il nuovo acquisto, ha addirittura sfiorato il pari. Una mezz’ora convincente non può però bastare per uscire da una posizione di classica drammatica.  

La domenica Trento e S.Giorgio non fanno meglio dei rotaliani, quantomeno a livello di punti conquistati. Le attenuanti, tuttavia, in questo caso non mancano, soprattutto per i pusteresi, che, di scena sul campo della capolista Pontisola, sono autori di un’ottima prestazione ed escono ad testa alta, nonostante la sconfitta. Un primato che può stupire quello del Ponte S.Pietro Isola (nome completo della squadra), non per ragioni strettamente tecniche ma considerando che all’apparenza la compagine non sembra tra le più rinomate e blasone. Interessante è allora ricordare, per i nostalgici e gli amanti delle statistiche, che questa formazione può vantare addirittura una partecipazione alla Serie B del primissimo dopoguerra (1947-1948 con il nome di Vita Nova). Da allora, assunta la denominazione di Ponte S. Pietro, pochi anni di D e molti nei campionati regionali, fino alla recente risalita e alla fusione con l’Fc Isola, formazione di Terno e Chignolo d’Isola. Più semplicemente il sodalizio rappresenta ora tre paesi bergamaschi che fanno parte della c.d. “isola”, formata dai fiumi Brembo e Adda. Dati che non possono non intristire i tifosi del Trento, condannati da anni a competere con squadre di paese che spesso e volentieri si dimostrano perfino più attrezzate.

Gli Jergina, reduci dal buon pareggio con il Lecco, non particolarmente intimoriti dal divario in classifica, passano in vantaggio con Veronese nella prima metà del primo tempo, ma non riescono a mantenere il punteggio fino all’intervallo. Prima del duplice fischio i bergamaschi impattano e nel secondo tempo aumentano la pressione sfruttando la superiorità numerica (espulso Obrist). Gli ospiti lottano e resistonofino a venti dal termine, quando giunge il micidiale uno-due dei padroni di casa che prima passano in vantaggio, poi approfittando del momento favorevole, siglano immediatamente il terzo gol e chiudono la contesa. Perdere in casa della capolista ci può stare, ma mercoledì salirà a Brunico il S.Angelo, penultimo a pari (de)merito con il Mezzocorona. Una partita da non sbagliare: non solo tre punti consentirebbero ai biancorossi di staccarsi definitivamente dagli ultimi due posti e di continuare a sperare nella salvezza senza spareggi e ma la sconfitta impedirebbe anche ai lodigiani di allontanarsi da Mezzocorona e Trento.

Il Trento, sempre alle prese con il tormentone De Zerbi, non sfrutta il fattore campo e cade al cospetto dell’Olginatese. Un gol per tempo e i lombardi ringraziano, tornando in riva al lago con tre punti che valgono la conferma del terzo posto. Match winner il solito Cristofoli, autore della seconda doppietta consecutiva e nuovamente giustiziere di una trentina: sette giorni fa, grazie a due marcature dell’attaccante, i lecchesi avevano infatti liquidato la pratica Mezzocorona. Passo indietro dopo la prestazione apprezzabile di Sesto San Giovanni. Sicuramente sul diverso esito ha inciso anche la differente forza dell’avversario, ma resta il fatto che il tempo stringe e i punti non arrivano. I risultati delle ultime giornate hanno provocato una spaccatura abbastanza netta in fondo alla classifica, con le ultime tre che stanno perdendo contatto con la zona play out. Sono già 7 i punti di distacco fra terz’ultima e quart’ultima: di questo passo evitare gli ultimi due posti potrebbe non bastare per scongiurare la retrocessione diretta.

Il tutto è però passato in secondo piano dopo le incredibili e inaspettate dichiarazioni della coppia Bizzozzero-Belfanti sul futuro della squadra. Scatenato soprattutto il nuovo socio che negli studi di Rttr ha annunciato che vi sarebbe la possibilità di vedere il Trento in Lega Pro già il prossimo anno. Il trucco sarebbe l’acquisto del titolo sportivo di una società di quella categoria, un po’ come avviene talvolta nel volley e soprattutto negli sport americani, basati sul sistema delle franchigie. Bizzozzero, incontenibile, si è pure sbilanciato svelando l’esistenza di contatti in tal senso con la Tritium, squadra di Trezzo sull’Adda, che quanto a storia e bacino d’utenza non può certo competere con il Trento. Analizzando le affermazioni razionalmente e evitando che facili entusiasmi prendano il sopravvento, devono essere sottolineati alcuni aspetti. Il primo ostacolo lo pone il regolamento, che, al di là di misteriosi cavilli, non sembra lasciare spazio a ipotesi di questo tipo. Ne sanno qualcosa ad Avezzano, dove l’iter per spostare la sede dell’allora Pescina Val del Giovenco nella più attrezzata cittadina marsicana si trasformò in una via crucis. Macalli, il presidente della categoria, ha inoltre ribadito più volte l’inammissibilità di simili progetti. Supponendo che l’idea sia legittima resta il fatto che non solo la scelta è ricaduta su una squadra che si trova in zona retrocessione, ma sembra pure difficile immaginare che la società aquilotta, in grande difficoltà in serie D, riesca ad organizzarsi in modo da preparare un campionato dignitoso nell’ex serie C. Last but not least, va considerato l’aspetto strettamente sportivo. Salire di categoria per via burocratiche non è certo la stessa cosa: guadagnarsi le promozioni sul campo e con i tifosi al fianco è l’essenza del calcio. Il rischio ulteriore di operazioni come quella prospettata è quello che vi siano dei cambiamenti inopportuni a livello di denominazione e colori, con conseguente allontanamento dalla tradizione. Molti tifosi trentini, UTN (Ultras Trento) in primis non appoggerebbero mai una simile ipotesi e l’ultima cosa di cui ha bisogno il Trento è perdere quei pochi sostenitori che nonostante tutte le vicissitudini e le delusioni rimangono ancora fedeli. Non c’è niente di peggio che una squadra senza tifosi. Il consiglio è dunque quello di fare possibile e impossibile per riuscire nell’impresa di fare una scalata “vera”, basata su vittorie e trionfi. Più che grandi proclami e sedicenti profeti  i tifosi gialloblu vogliono fatti. Promesse poi mai mantenute negli ultimi anni ce ne sono state fin troppe.  

Anche fra le quattro regionali inizia a delinearsi (a livello di classifica) una sorta di gerarchia, con da un lato aquilotti e rotaliani sempre più nel baratro e con sempre meno speranze, dall’altro S.Giorgio e Fersina che quantomeno, lungi dall’essere squadre continue, muovono ogni tanto la classifica e si tengono lontane dal pericolo retrocessione diretta.

Seconda gara senza sconfitta per la Fersina, che torna indenne da Darfo. Dopo l’amarissimo pareggio contro il S. Angelo, altra sfida salvezza per i perginesi, ma questa volta in trasferta e contro una squadra con gli stessi punti. L’obiettivo minimo (non perdere) è stato raggiunto. Le recriminazioni, però, non mancano.

Partenza a razzo dei bresciani che scheggiano la traversa già al terzo minuto con un siluro di Capelloni. Ancora padroni di casa pericolosi con Muchetti che entrato in area incrocia il tiro e costringe il nuovo arrivato Chimini a deviare con la punta delle dita. Gli ospiti si fanno vedere soprattutto con Marchione, il più attivo dei suoi e già il migliore domenica scorsa. Il centrocampista offensivo prima riesce a crossare dalla sinistra ma non trova nessuno in mezzo all’area piccola, poi ci prova direttamente con una conclusione a giro. Successivamente il numero 9 del Darfo viene lanciato verso la porta avversaria e, inseguito dai difensori gialloneri, si lascia cadere dopo un contatto veniale: simulazione e giallo. Poco dopo lo stesso Beretta, spalle alla porta pressato dal marcatore mostra doti da stuntman e crolla a terra come fulminato. L’arbitro questa volta si fa ingannare e concedere un rigore inesistente. È lo stesso centravanti a presentarsi dagli undici metri e a portare avanti i suoi. Durante l’intervallo Cortese carica i propri uomini che entrano con tutt’altro piglio. Nei primi minuti è Mammetti, servito ottimamente a centro area dopo un’azione sulla sinistra, a divorarsi il gol del pareggio: Tiraccio alto da dimenticare! Lo stesso attaccante concluderà più avanti in modo simile sciupando un’altra ghiotta chance. Nei secondi 45’ la Fersina domina e le palle-gol si susseguono: tra le principali occasioni il gran tiro dal limite di Bazzanella respinto dal portiere e l’azione di Donati. Il numero 10 dei valsuganotti si insinua magistralmente in area da posizione di destra ma giunto davanti all’estremo difensore apre troppo il sinistro e manda a lato di pochissimo. Un’altra beffa immeritata è in agguato ma a tre dalla fine il duo Donati-Cicuttini orchestra come ai vecchi tempi la giocata della partita: Donati pennella dalla destra un cross sul primo palo sul quale si avventa rapace Cicuttini che anticipa tutti e di testa gira in rete per l’1-1. L’ultima azione è del Darfo, per il resto non pervenuto nel secondo tempo. La difesa ospite sbaglia ad impostare e favorisce la veloce ripartenza bresciana: Chimini respinge il destro in diagonale scoccato da Muchetti appena dentro i sedici metri, la sfera finisce sui piedi di Lauricella, che da buona posizione tenta il tap-in, trovando però ancora volta il riflesso del portiere. Rischio finale che poteva costare caro, ma francamente se c’era una squadra che meritava i tre punti, quella non era certo il Darfo. Buona la prima per il portiere ex Salò, il cui acquisto dovrebbe aver chiuso la campagna di rafforzamento, salvo qualche colpo di coda del presidente. Positiva inoltre la reazione di carattere del secondo tempo ma va anche sottolineato che gli errori arbitrali a danno dei valsuganotti cominciano ad essere veramente troppi.      

Per nulla rassicurata da questi risultati, la Bassa ricomincia questa settimana gli allenamenti, quando manca poco più di un mese alla ripresa del campionato.

lunedì 7 gennaio 2013

La situazione al 6 Gennaio



La fine delle festività coincide con la ripresa dei campionati italiani, che sono fermi, come sappiamo e a differenza di quanto avviene ad esempio nel mondo anglosassone, proprio nel periodo in cui la gente, meno oberata di lavoro e più rilassata del solito, avrebbe forse più tempo e voglia di godersi una partita. 

Si parla ovviamente del professionismo e del semiprofessionismo e quindi delle partite dalla serie D in su. I nostri invece si godono ancora il meritato riposo, con qualche comparsata in palestra e in attesa dell’imminente ritorno agli allenamenti (14 gennaio). Da segnalare l’arrivo in casa Bassa del centrocampista Maistrelli dall’Albiano. Nella prima parte di stagione nove presenze in maglia rossonera per il noneso, che in agosto ha già calcato il terreno del Valmaor seppur in veste di avversario (1-1 di coppa tra Bassa e Albiano). Si tratta di un giocatore che si è dunque fatto valere anche in Eccellenza dopo altre importanti esperienze, tra le quali spiccano quella con la Rotaliana e la stagione in Veneto. Non c’è dubbio che potrà dare il suo contributo ed essere molto utile alla causa, considerando per di più che andrà a inserirsi in un reparto decisamente martoriato da infortuni durante l’andata. L’acquisto dell’interessante giovane classe ’90 consente in particolare di colmare la lacuna nell’organico diretta conseguenza della partenza di Plesa, trasferitosi in Germania. Il ruolo è lo stesso, le caratteristiche non sono eccessivamente dissimili, dunque non dovrebbe cambiare molto a livello di posizione in campo e di peculiarità del giocatore. Per il resto, squadra confermatissima e pronta per le nuove sfide. 

Aspettando di vedere se e quanto si sono rinforzate le rivali del girone, è ripresa la straziante avventura delle regionali in serie D. L’anno 2012 si era concluso con un altro ko, quello del S.Giorgio, superato 2-1 a Seriate nel recupero. Com’era lecito attendersi, con l’avvento del 2013 l’andamento delle formazioni non è improvvisamente cambiato, così come non sembrano aver fatto miracoli i nuovi arrivati. La giornata ha portato tre punti, frutto di altrettanti pareggi e di una sconfitta. I pareggi hanno però una valenza decisamente differente se confrontati fra loro. In Valsugana non posso certo esser soddisfatti, mentre il punticino va meglio a Trento e S.Giorgio. 

Guardando il calendario, il turno era favorevole alla Fersina, che ritrovava il Sant’Angelo contro il quale all’esordio assoluto in categoria aveva festeggiato la prima storica vittoria. I lodigiani, squadra di un certo blasone (varie annate in C) ma in crisi totale di risultati e davanti in classifica solo al Trento, rappresentavano la vittima perfetta per i perginesi assetati di punti. Nelle ultime settimana la dirigenza ha comunque rivoluzionato la rosa rossonera optando per la linea verde. Al Briamasco (continuano i problemi relativi al campo di VIgalzano, ndr) scendeva perciò in campo una squadra giovanissima e totalmente diversa da quella già affrontata. Nessun ribaltone invece nell’organico giallonero, ritenuto pressoché completo dopo gli inserimenti degli attaccanti Badessa e Mammetti. I valsuganotti sono più propositivi ma la pressione è molta e si fatica a sfondare. Il copione è il solito: difficoltà a segnare e brividi ad ogni piccolo errore commesso in difesa. Ad inizio secondo tempo giunge la doccia fredda: rilancio innocuo, disimpegno totalmente sbagliato con una virgolata ignobile che favorisce la punta avversaria, la quale da posizione laterale punta l’area di rigore e cade dopo esser stato sbilanciato (leggermente)  da Ischia. Dagli undici metri Giustini fa centro, con Bertacco che può solo intuire. Incassato lo svantaggio, la Fersina prova a reagire e al minuto 57 trova il pari con il diagonale di Marchione, che, dopo una rimessa del confusionario Oussu, concretizza il lavoro di corpo di Mammetti. È il momento di cercare la vittoria, ma paradossalmente sono gli ospiti a rifarsi vivi in alcune occasioni e i padroni di casa a venti dal termine rimangono pure in 10 per l’espulsione di Ischia che si becca il secondo giallo. Rigore provocato e rosso per l’esperto difensore trentino, dal quale ci si attende maggiore malizia considerando i recenti trascorsi in categorie superiori (serie C con la Vis Pesaro ma soprattutto serie B con il Frosinone). Gli uomini di Cortese non sbandano e insistono alla ricerca del gol, siglato al ’79 dallo scatenato Marchione, abile ancora una volta a sfruttare al meglio la sponda di petto del compagno e a non lasciar scampo all’estremo ospite Raccagni. Nonostante l’inferiorità numerica, le non irresistibili avanzate ospiti vengono controllate a sufficienza fino all’ultimissimo minuto. Più per disperazione che convinzione i rossoneri del Sant’Angelo buttano in avanti il pallone, che viene alzato e prolungato verso il centro dell’area con un improvviso colpo di tacco. Il centravanti ospite prevale con un movimento ai limiti del regolamento sul proprio marcatore Bazzanella e spizza per Lasm che si inserisce rapidamente sul secondo palo e di punta infila il portiere. A nulla valgono le protesta per il contrasto che ha preceduto il pareggio. Beffa atroce per la Fersina che vede sfumare un risultato dal valore inestimabile che avrebbe permesso di rientrare di prepotenza nella lotta per la salvezza diretta. 

Il San Giorgio ferma a domicilio il glorioso Lecco e si conferma la squadra più costante tra le locali. I 21 punti non permettono certo di far sonni tranquilli ma gli altoatesini, partendo da una forte fiducia nello staff e nei giocatori, hanno una loro precisa identità sia come squadra che come gioco. Pur non collezionando molti successi riescono generalmente a rimanere in partita fino alla fine e a far valere frequentemente (anche se meno dello scorso anno) il fattore campo. Non a caso è l’unica delle nostre compagine a trovarsi attualmente in una posizione che sarebbe valida per la permanenza in categoria. Sotto il bel sole invernale di Brunico 1-1 contro i forti blucelesti che si limitano a pareggiare nella ripresa il gol siglato da Orfanello. Primo tempo arrembante dei padroni di casa che annullano il Lecco che non riesce a rendersi mai pericoloso. Subito all’attacco gli altoatesini con Schwingshackl che prima calcia di potenza una punizione da posizione defilata, poi si accentra e di destro conclude ad incrociare sul secondo palo impegnando Facheris. Più tardi è il palo a negare la gioia del vantaggio: punizione a palombella in area, il difensore nel panico tocca di testa per anticipare gli avversari e centra il legno. Sono ancora i giocatori in maglia rossa a provarci, questa volta con Althuber che svetta sopra tutti dopo un corner e ma non riesce ad angolare. Continua l’assedio al fortino lecchese: palla recuperata a centrocampo, lancio verso l’altro lato dopo il compagno riceve e di testa appoggia indietro per Schwingshackl che stoppa e senza pensarci due volte mira l’incrocio. Azione e tiro eccellenti ma l’estremo difensore trova l’intervento della domenica e salva i suoi. È il preludio al vantaggio che arriva al 40’: ancora Schwingshackl sugli scudi che scodella un pallone al centro trovando Orfanello che si coordina magistralmente e in semirovesciata la mette sul palo opposto. Giocata da applausi per il classe ’92 scuola Suedtirol e 1-0 a metà gara. Dagli spogliatoi esce un altro Lecco e il S.Giorgio arretra. Nei primi minuti i lombardi si fanno minacciosi con alcune mischia sugli sviluppi di calci d’angolo, poi Chessa l’avversario ma con esito diverso: la sua rovesciata dopo un cross dalla destra finisce alta anche se bnon di molto. Al 52’ arriva il pari con Aldegani che fulmina l’incolpevole Pasquazzo con un siluro ravvicinato: tutto nato da un corner, la difesa non cede ma non riesce ad allontanare definitivamente permettendo agli ospiti di insistere sulla sinistra. Mignanelli pennella un cross sul primo palo, dove trova il compagno che serve benissimo di testa proprio Aldegani e mettendo fuori causa gli avversari. Il bomber, solo in mezzo all’area non può fallire. Dopo il gol gli altoatesini riprendono a macinare e sfiorano la rete con Bachlechner che con l’assist di testa viene pescato a centro area. La punta pusterese ha lo spazio per essere letale ma opta per un improbabile colpo di testa che finisce alto. Occasionissima divorata. Sono comunque i blucelesti ad esser più convinti e nel finale attaccano con 3 punte ma non trovano sbocchi. Un tempo per ciascuno e sfida che termina con una giusta divisione della posta. Peccato per le tante chance avute dei ragazzi di Morini nel primo tempo.  

Più complessa è la situazione in casa Trento. Ospite di una Pro Sesto che attraversa un momento tutt’altro che favorevole e per ora rivale salvezza, gli aquilotti escono indenni da uno stadio in cui fino a pochi anni fa si disputavano sfide di ben altro spessore. In casa gialloblù sono sempre mercato e questioni societarie a tenere banco. In società il più attivo al momento è Bizzozero, nuovo socio del patron Belfanti. Nuovi innesti e sponsor sono senz’altro i benvenuti ma anche in questo caso in via san Severino la trasparenza sulle scelte e i movimenti societari non è di casa. Poco male, ciò che conta è che arrivino i punti che servono come l’ossigeno. A livello di acquisti si fanno molti nomi, tra cui addirittura quello di De Zerbi, 33enne con anni di militanza in B e persino presenze in Champions League con la maglia del Cluj. Difficile che l’affare si concretizzi e l’augurio è che la dirigenza sia riuscita almeno a fornire a De Paola le pedine da lui richieste. Spetterà poi al mister plasmarla, dare compattezza e gioco alla squadra. Il tempo non è di sicuro dalla parte degli aquilotti e ancor meno lo è la graduatoria. Intanto la notizia di giornata è lo 0 nella casella dai gol subiti. Decisamente un buon segno viste alcune recenti sbandate. In verità, al Breda il reparto difensivo si è concesso qualche disattenzione di troppo, tuttavia, si è riaffacciata almeno a tratti la squadra grintosa mandata in campo dall’allenatore nelle sue due prime panchine con il Trento. Incoraggiante soprattutto la prima frazione, in cui un incontenibile Alberti ha fornito assist e cercato il gol.  Prima l’esterno confeziona un cross invitante sprecato da Aquaro, poi ci prova direttamente con una conclusione di poco a lato. Altri tentavi di Mazzetto e Pellè non portano al gol e la punizione di Gattamelata respinta chiude una mezz’ora apprezzabile e di grande intensità. Meno bene nei secondi 45 minuti ma resta lo zero a zero. Rimane qualche rimpianto per non esser stati in grado di approfittare delle palle gol create e della superiorità numerica nel finale. 

Il sospetto c’era e ora è evidente: chi sta peggio di tutti in queste settimane è il Mezzocorona che incappa nella settima sconfitta consecutiva e continua a sprofondare, raggiunta al penultimo posto dal Sant’Angelo e insidiata ora pure dal Trento. Il match contro l’Olginatese, squadra d’alta classifica, non lasciava grandi speranze. Il vantaggio iniziale ha fatto però illudere il gialloverdi che hanno provato a tornare dall’ostica trasferta lecchese almeno con un punto. Il gol nel finale di Cristofoli (doppietta per lui) rende vana la rete di Giardiello (cross perfetto di Chiaghi) e condanna invece rotaliani all’ennesimo stop. Si lavora per rinforzare la squadra, ma la situazione è veramente sconfortante. La partenza di due tra i migliori elementi non lascia presagire nulla di buono. Va ribadito poi (e questo vale anche per le altre) che non è facile a metà stagione individuare giocatori all’altezza. Non si deve inoltre dimenticare che anche le avversarie si stanno potenziando. Aspetto lapalissiano ma spesso colpevolmente sottovalutato nelle disamine dei giornalisti nostrani.