mercoledì 26 dicembre 2012

Situazione al 23 Dicembre



In attesa del recupero fra Levico e Brixen, che continua ad essere rinviato causa maltempo e che dovrebbe chiudere definitivamente l’annata di Eccellenza, si continua a giocare in serie D, dove le regionali, per usare un eufemismo, arrancano. Settimana particolarmente intensa, considerando che si è disputato pure un turno infrasettimanale nel quale si sono disputati quasi tutti i match del weekend precedente, caratterizzato da rinvii dovuti alla forte nevicata. 

Chi sperava in una chiusura col botto in grado di attenuare le delusioni di questa prima parte di stagione non è certo rimasto soddisfatto. Due sconfitte in altrettante partite per Trento e Mezzocorona, un punto per Fersina e S.Giorgio. Se è evidente che nessuna delle quattro compagini se la passa bene, ognuna necessita, ad ogni modo, di un discorso particolare. In questo momento le difficoltà maggiori le sta incontrando il Mezzocorona, che perdendo con lo stesso risultato prima a domicilio con l’Alzano e poi in trasferta a Crema arriva a cinque sconfitte consecutive. I gialloverdi stanno senza dubbio attraversando il periodo più buio di una storia recente ricca di trionfi inaspettati e memorabili. Se organizzazione e programmazione sono stati per anni i punti di forza del sodalizio rotaliano, ultimamente sembrano esser sorti problemi anche relativamente a questi profili. La mancanza in società di una figura carismatica e devota alla causa come il compianto Tonetti incide certamente. Un cambio in panchina dopo le prime partite e una rivoluzione nell’organico durante il mercato di dicembre sono eventi a cui in quel di Mezzocorona non erano abituati. È innegabile che in estate siano stati commessi degli errori ed in particolare nella campagna acquisti è abbastanza e uno sguardo alle statistiche lo conferma. I numeri sono infatti impietosi: 13 punti in 19 partite, 5 sconfitte nelle ultime 5 partite, 8 nelle ultime 9 e 11 nelle ultime 13. Solo nei primi incontri la squadra era apparsa in salute e l’esonero di Orsini non ha sicuramente dato la spinta auspicata. Le reti di Mele e De Angelis avevano costituito un ancora di salvezza e il fatto che la dirigenza abbia lasciato partire entrambi risulta poco rassicurante. Stupisce soprattutto l’improvviso addio del primo, dato che Marco Mele, non solo era uno dei migliori talenti del gruppo ma anche un ragazzo che conosceva bene l’ambiente, in quanto ha vestito la maglia dei Draghi per molte stagioni. L’idea è quella che un ciclo straordinario stia lentamente chiudendo, visto che la squadra si trova in una parabola discendente. Ci sono comunque ancora molti mesi in cui vi sarà la possibilità di uscire dal baratro, ma una cosa è certa: il ds Tormen dovrà fare gli straordinari e muoversi benissimo negli intricati scambi invernali.

Se nella Piana la situazione è pessima, le cose non vanno certo meglio nel capoluogo. I 4 punti conquistati dal quarto allenatore di stagione nelle sue prime due uscite avevano illuso parzialmente gli ormai (condivisibilmente) sfiduciati tifosi del Trento, sempre alle prese con terribili e apparentemente infinite delusioni. Alle due partite senza sconfitte con De Paola alla guida sono seguiti infatti due ko pesanti, sia per il modo in cui sono arrivati, sia per l’avversario incontrato. Proprio quando i gialloblu dovevano confermare la loro crescita, hanno ripreso l’abitudine della sconfitta, perdendo in pochi giorni al Briamasco con il Montichiari e nel bergamasco contro l’Alzano. Non può essere un’attenuante il passato delle due formazioni, visto che, da un lato, i bresciani non sono più quelli che riuscivano a salvarsi tranquillamente in C2, dall’altro, sono lontani i fasti delle stagioni 1998-99 e 1999-00 in cui bianconeri dell’Alzano sorprendendo l’Italia calcistica vinsero la C1 e disputarono il loro primo campionato cadetto. Entrambe le squadre si sono allontanate dalla zona pericoloso solo nelle ultime due giornate e nel caso dell’Alzano ciò è avvenuto proprio grazie a 6 preziosissimi punti regalati dalle regionali. Il 5-2 subìto la domenica ha messo nuovamente a nudo tutti i limiti di un Trento che ha già perso la grinta che appariva ritrovata. Uniche consolazioni sono la vena realizzativa di Aquaro e alcune giocate di Alberti. Meno incoraggianti invece i segnali che arrivano dai nuovi elementi. Il mister chiede molti e ulteriori rinforzi ed è fondamentale che la dirigenza lo accontenti, cercando di trattenere quelle poche pedine che stanno dando, nonostante tutto, il loro contributo (vedi Aquaro). Indispensabile non ripetere l’errore fatto con Ferrarese, che sta almeno per ora deliziando i tifosi di una Sambonifacese d’alta classifica. I motivi della separazione dagli aquilotti non sono ufficialmente noti, ma forse valeva la pena fare uno sforzo per non far partire un calciatore di quel calibro. 

Il rischio è che, vedendo la classifica, sia Trento che Mezzocorona decidano di arrendersi e di vendere i giocatori migliori e/o più costosi per limitare i danni almeno da un punto di vista strettamente economico. Le rivali per la salvezza iniziano ad allontanarsi e va ricordato che i posti validi per i playout sono utili solo se il distacco tra le formazioni che ne sarebbero coinvolte non è eccessivo (più precisamente: 8 punti).

Il 2012 della Fersina termina con un perentorio 0-3 inflitto dal Pontisola, attuale capolista. L’anno entra in ogni caso di diritto negli annali, considerando la storica vittoria dell’Eccellenza. La prima stagione in D non è mai semplice, in particolare per le trentine. I 18 punti raccolti non sono moltissimi e non mancano le recriminazione per troppi errori difensivi che pesano non poco a livello di graduatoria. I perginesi avrebbero meritato alcuni punti in più che sarebbe valsi una posizione un po’ più tranquilla. Negli ultimi due match un solo punto, strappato al Rigamonti-Ceppi di Lecco. Uno stadio che ha visto la serie A (negli anni ’60) e la serie B (l’ultima volta nel lontano ’73) e che ha probabilmente dato la carica anche agli uomini di Cortese, in grado di imporre lo 0-0 ad una squadra che fino all’anno scorso era tra i professionisti. Risultato importante e prestigioso a cui non è stato dato seguito (come accennato) tre giorni più tardi. Con qualche correzione invernale e un po’ di buona sorte l’obiettivo minimo dei playout è però alla portata dei valsuganotti che potrebbero pure mirare al colpo grosso se riuscissero ad essere più cinici. 

La 19esima giornata è resa meno amara solo dal pareggio del San Giorgio. Il punto derivante da un pari casalingo contro una formazione di metà classifica è, in realtà, positivo solo fino ad un certo punto. Per come si erano messe le cose, tuttavia, in quel di Brunico possono ritenersi soddisfatti. Sotto di tre reti, i biancorossi sono riusciti grazie ad un grande secondo tempo a rimontare incredibilmente. Dopo i gol di Mair (capocannoniere della squadra) e di Mayr, i ragazzi di Morini hanno raggiunto il pareggio proprio in pieno recupero con il veterano Bachlechner che evitato che l’impresa rimanesse incompiuta. Una prestazione in linea con la grinta che in questi anni ha sempre contraddistinto gli altoatesini. Resta a questo punto da chiedersi se il vero S.Giorgio è quello visto nella prima frazione o quello che nel secondo tempo ha spinto fino all’ultimo. I pusteresi chiudono l’anno davanti alle altre tre regionali e hanno addirittura la possibilità di migliorare la classifica con il recupero del 18esimo turno che si disputerà nell’inusuale (per le abitudini italiane) data del 30 dicembre, in modo da non pregiudicare le esigenze lavorative degli stessi giocatori altoatesini. 

Dopo quest’andata di sere D, l’incubo delle quattro retrocessioni su quattro non è certamente scongiurato. Il rischio rimane piuttosto alto e tale eventualità complicherebbe il cammino della Bassa. Ci auguriamo quindi una riscossa delle regionali nel girone di ritorno, sia per l’onore della regione, sia per il coinvolgimento diretto della nostra squadra.

mercoledì 12 dicembre 2012

La situazione al 12 Dicembre



Mentre i  nostri iniziano lentamente ad allenarsi in palestra, per sfuggire al gelo siberiano di questi tempi, si è concluso l’anno calcistico regionale 2012 con la partita di supercoppa, in cui la vincente trentina della Coppa Provincia affrontava la squadra che aveva trionfato nella stessa competizione in Alto Adige. 

Non sono bastati 120 minuti per decretare il vincitore (1-1) e i rigori hanno sorriso ancora una volta al Comano, che dopo il Levico piega dagli undici metri pure il Brixen. I giuridicariesi si sono portati a casa la coppa dopo essersi complicati decisamente la vita, subendo il gol del pareggio nei secondi conclusivi, quando ormai quasi tutti pensavano che la partita fosse finita. Bravi i brissinesi a non mollare e a reagire all’eurogol di Valenti con Fackl che risolve in mischia all’ultimissima chance. La rete beffarda avrebbe potuto rappresentare un durissimo colpo per i ragazzi di mister Zasa, che aveva tra l’altro già sostituito due elementi di chiaro spessore come Masè e Valenti, ma nella mezz’ora supplementare le due formazioni hanno preferito non azzardare troppo, affidandosi dunque alla loro abilità dal dischetto. Il Brixen ne sbaglia tre su quattro, il Comano è più preciso e termina come meglio non poteva un annata difficilmente dimenticabile per i supporters giallo neri: promozione in Eccellenza, inizio di campionato al di sopra delle aspettative, vittoria in coppa provinciale e nella sfida per laurearsi campioni regionali. 

Per il resto, si gioca solo dalla serie D in su e come accadde quasi ogni giornata non si può essere soddisfatti dei risultati ottenuti dalle regionali, che rischiano così di turbare i sonni delle squadre di promozione come la Bassa. La domenica porta complessivamente un solo punto tra Mezzocorona, S.Giorgio e Fersina. 

Il merito è proprio dei perginesi che impattano 2-2 contro un’Aurora Seriate non irresistibile. Mister Cortese non può lamentarsi della prestazione complessiva della squadra, ma il misero punto casalingo contro una rivale salvezza obbliga a parlare di bicchiere mezzo vuoto. Colpa dei frequenti errori difensivi e del numero eccessivo di errori sottoporta che finiscono inevitabilmente per mettere in ombra quando di buono la squadra costruisce nei 90’. Come non bastasse, un arbitraggio non sempre all’altezza ha complicato ancora di più una sfida già di per sé non facile per i valsuganotti. La formazione del presidente Peghini ha sicuramente raccolto meno di quanto meritava e si dimostra comunque una delle più compatte delle nostre. Servirà però maggiore concretezza, altrimenti resteranno solo i rimpianti. 

Il S.Giorgio risente della sconfitta nel derby con il Trento e cede malamente di fronte al Seregno, che si sta risollevando solo grazie ai regali delle regionali. La diretta tv sembra quindi aver fatto male all’undici di Morini che incassa un 1-3 pesante e che appare un po’ smarrita. La speranza è che il mister abbia ragione e che si tratti solo di stanchezza. 

Non sembra avere fine il momento no del Mezzocorona, ancora sconfitto e sempre più in basso nella graduatoria. I gialloverdi resistono per buona parte della gara ma poi si arrendono alla Caravaggese, squadra di una cittadina celebre più per aver dato il nome al pittore Michelangelo Merisi che per le sue imprese calcistiche. La dirigenza rotaliana, dopo aver cambiato allenatore, ha sostituito pure il direttore sportivo, richiamando Tormen, già a Mezzocorona l’anno scorso. Una mossa che può esser vista come un’ammissione di colpa riguardo alla scelta riguardo agli acquisti estivi. Urgono assestamenti in molti reparti. 

La neve ferma il Trento che torna dalla Lombardia senza giocare. Il match si recupera comunque dopo soli 3 giorni e termina sul 2-2. Periodo positivo per gli aquilotti che dopo il successo nel derby strappano un pari sul difficile campo di Crema. I padroni di casa, ritornati in D per problemi finanziari dopo alcuni anni ad alto livello in C, mirano senza dubbio a tornare nei professionisti e navigano in alta classifica. Una sfida dal sapore particolare per i tifosi gialloblu, visto che nel 2005 fu proprio il Pergo a fermare la corsa del Trento verso la promozione. Le due formazioni si erano affrontate nell’ultima giornata di serie D in una sorta di finale davanti ad un Briamasco ribollente. L’1-1 consentì agli ospiti di mantenere il vantaggio decisivo e da quel momento i destini delle due squadre sono stati completamente opposti: i cremaschi iniziarono il loro cammino nel calcio che conta, arrivando fino ai piani alti della C1, il Trento cominciò viceversa una lenta e inarrestabile discesa nel baratro. il pareggio costituisce quindi una parzialissima rivincita per i trentini, ma più che altro consente di raggiungere almeno la doppia cifra in classifica. I ringraziamenti vanno tutti a Aquaro (doppietta e sesto gol in due partite dopo il poker al S.Giorgio) e a mister De Paola. Il tecnico sembra aver ridato un’identità alla squadra, divenuta quantomeno più battagliera. Forse al quarto tentativo sulla panchina gialloblu è arrivato l’uomo giusto. Bene anche Gattamelata, in versione assist-man e anch’egli rivitalizzato da De Paola. Ora la palla passa alla società che dovrà mettere a disposizione del mister un organico in grado di puntare alla salvezza. Per il momento vi è solamente un via vai di giocatori. Si attendono sviluppi, con un occhio alle decisioni del giudice sportivo. Pende sempre sulla testa degli aquilotti la spada di Damocle delle penalizzazioni che potrebbero aggiungersi a quella già subita. Il tutto per questioni economiche degli anni passati alle quale è dura ormai rimediare. La salvezza diretta è lontanissima, ma i playout non sono così lontani. Questi recenti risultati devono però esser l’inizio di una lunga serie.    
                                                                                          

lunedì 3 dicembre 2012

I recuperi di Domenica 2 Dicembre



La Bassa è già in letargo dopo le due ultime preziosissime vittorie, ma il calcio regionale non si è ancora fermato e come sappiamo i risultati delle altre regionali potrebbero rivelarsi decisivi per il destino dei nonesi. 

La partita della domenica si giocava al Briamasco, dove Comano e Levico hanno disputato la finale di coppa. Dopo 120 minuti di battaglia il trofeo è finito nelle mani dei giudicariesi, che l’hanno spuntata solo alla lotteria dei rigori, dimostrandosi infallibili dal dischetto. Per la cronaca, i vincitori un tiro dagli undici metri l’avevano in realtà sbagliato, ma in precedenza, durante la partita. Tempi regolamentari e supplementari non sono bastati per dirimere la contesa e sbloccare il risultato di parità. Un 2-2 frutto di una partenza a razzo del Comano e di una rimonta dei valsuganotti costretti ad inseguire dopo il doppio vantaggio degli avversari. I gialloneri si portano sul 2-0 già nel primo quarto d’ora grazie ai gol di Litterini e Celia. Il primo sfrutta un assist di Masè, il secondo è bravo a fiondarsi subito sulla respinta del portiere che aveva intuito il rigore del compagno. Nel finale di tempo il Levico accorcia grazie a Simoni, il quale approfitta delle percussioni di uno scatenato Betti che sulla destra fa la differenza. Il pareggio arriva solo al 83esimo con Nicolussi Paolaz che in spaccata anticipa tutti trovando la zampata vincente sulla punizione di Filippini. Nessuno riesce più a colpire e si va ai rigori dove la parata di Lorenzi e la rete di Osei daranno il via alla festa del Comano. 

Alla gioia dei giudicariesi si aggiunge quella del San Martino che in uno dei recuperi di Eccellenza sbanca Termeno e vola in testa alla classifica laureandosi campione d’inverno. Risultato straordinario per gli altoatesini che al primo anno in categoria stanno facendo scintille. Sfiorata più volte la promozione, la squadra della val Passiria è riuscita l’anno scorso a raggiungere l’obiettivo e ora non sembra volersi fermare. Merito di una squadra tosta che ha in Lanthaler, attuale capocannoniere del torneo, una bocca da fuoco devastante. 

Rimanendo in Eccellenza ma passando agli incontri che interessano più direttamente la Bassa, va segnalato il ritorno al successo dell’Alense che abbandona l’ultimo posto violando il sempre insidioso campo del Naturno. Dopo l’iniziale vantaggio, gli altoatesini subiscono il micidiale ritorno degli ospiti che nel giro di due minuti ribaltano il risultato (Bonazza, Mutinelli) e si portano a soli due punti dai rivali di giornata. La squadra di Ala rimane comunque in zona retrocessione e dovrà soffrire fino alla fine. La vittoria è ad ogni modo un segnale incoraggiante, che conferma che la compagine del presidente Candio non ha intenzione di arrendersi. In attesa del match di Levico che chiuderà definitivamente l’andata, possiamo già dire che al momento vi è una sola trentina in zona retrocessione. Le altre, tuttavia, ad esclusione del Dro lanciato verso traguardi più nobili, non devono assolutamente abbassare la guardia. 

Anche in Promozione si sono disputate alcune partite e più precisamente tre recuperi della 13esima giornata. I risultati non sono stati proprio pessimi nella prospettiva della Bassa. Al Quercia, Rovereto e Azzurra si dividono la posta in palio (2-2) con i nonesi che rimangono così a +6 sulla zona pericolo. La prima inseguitrice è proprio il Rovereto che dopo il vantaggio ha rischiato addirittura la beffa: le zebrette passano alla mezz’ora, ma proprio all’ultimo secondo della prima frazione subiscono il pareggio di Pedrotti. Nel secondo tempo lo stesso Pedrotti porta in vantaggio i suoi in contropiede. Grande momento per l’ex Lavis che, lasciata la squadra rossoblù in cui non trovava spazio, sembra aver ritrovato fiducia e confidenza con il gol. A dieci dal termine i bianconeri scongiurano quantomeno la sconfitta casalinga con Gioseffi, ma a sorridere è soprattutto la Bassa. Negli altri match di giornata successi di Calciochiese e Arco rispettivamente contro Castelsangiorgio e Pinzolo. I chiesani espugnano Chizzola con i gol del veterano Zaninelli e del giovane Sherim e raggiungono la Ravinense al primo posto. La squadra di Fugatti è quindi costretta a condividere il titolo di campione d’inverno con quella di Grassi. Fatale la sconfitta contro la Bassa. Il Castelsangiorgio rimane comunque una delle più belle sorprese, sia per il rendimento, sia per la qualità del gioco espresso. I ragazzi di Romani saranno però chiamati a fare ancora punti per non esser risucchiati nelle zone basse. L’Arco vince invece 2-1 sul Pinzolo, salendo a quota 24 e quindi a pari merito con i “cugini” della Baone e a +3 sulla Bassa. I rendenesi non riescono a dare seguito alla vittoria di Villa Lagarina e restano al penultimo posto con soli 10 punti. L’organico sarà certamente rafforzato e nel ritorno i punti conquistati saranno con ogni probabilità molti di più, ma per ora la Bassa può contare su un discreto vantaggio di 11 punti.

Per finire il classico sguardo sulle disavventure delle regionali in serie D. A onor del vero è stato un turno meno tragico del solito a livello di punti conquistati, anche grazie allo scontro diretto tra Trento e S.Giorgio. A Seregno la Fersina, in virtù del gol di Donati, strappa un punto che fa classifica, ma emergono ancora dei problemi che costringono i perginesi a rimanere nei bassifondi. La speranza è che il presidente Peghini, che ha sempre mostrato un apprezzabile attaccamento alla squadra, riesca ad acquistare alcune pedine di qualità per il ritorno. Il Mezzocorona crolla in casa contro la nuova capolista Voghera. Decisamente sfortunati i gialloverdi, che passati in vantaggio si suicidano sul finire del tempo con un retropassaggio sanguinoso di Pisetta (evidentemente già in clima natalizio) che regala il pareggio. Nei secondi 45 minuti gli ospiti sfruttano un rimpallo e raddoppiano. Il Mezzo si getta in avanti ma lascia troppi spazi e viene infilato in contropiede. Il 2-3 giunge troppo tardi e all’ultimo arriva pure il poker vogherese che punisce una formazione di casa generosa ma maldestra in difesa. Preoccupante la situazione di classifica dei rotaliani che sprofondano al terzultimo posto. Troppe rimonte subite, troppi punti gettati al vento. Così si rischia di retrocedere. 

Chiusura che spetta di diritto al derby Trento-S.Giorgio. Da una parte i gialloblu del capoluogo trentino, in costante affanno e sempre alle prese con gestioni societarie quantomeno rivedibili (oltre che con una classifica drammatica). Dall’altra la piccola compagine altoatesina dell’omonima frazione di Brunico, protagonista di un’epica salvezza la scorsa stagione e molto combattiva anche quest’anno. I pusteresi meriterebbero un discorso a parte per i risultati ottenuti in una categoria dove tutte le altre società hanno un budget tremendamente più consistente. Un derby interessante ma disputato in un clima un po’ depresso soprattutto a causa del caos che regna all’interno della società di via Severino. Al Briamasco ci sono comunque le telecamere della Rai con conseguente diretta televisiva. Merito della tv, del nuovo (quarto!!) allenatore o forse demerito di un S.Giorgio spento e abulico, fatto sta che il Trento regala ai suoi tifosi (comprensibilmente depressi ma sempre fedeli) una prestazione che non si vedeva da tempo. 4-2 finale e ottima figura per gli aquilotti ma in generale per tutto il movimento calcistico trentino che hanno dato spettacolo davanti agli occhi degli sportivi nazionali.  Con il talentuoso Ferrarese in panchina (in rotta con la società e purtroppo pronto a partire), è Aquaro a prendersi la scena realizzando uno storico poker. Buona partita per tutta la squadra trentina, grintosa e convinta come raramente accade negli ultimi tempi. Sugli scudi anche l’ex Qpr Alberti, imprendibile sulla fascia e di categoria superiore. Male la squadra di Morini a cui è mancato il carattere che generalmente la contraddistingue. Occasione persa per allontanarsi dalla zona play-out contro un avversario che finora aveva quasi sempre dato salomonicamente tre punti a tutti. L’ottimo tecnico saprà, tuttavia, certamente motivare e ricaricare i suoi in vista dei prossimi incontri. 

Segnali di vita da parte del Trento, che resta però fanalino di coda. A preoccupare, più che la classifica in sé, è l’assenza di stabilità interna. Non solo continue sostituzioni alla guida tecnica, ma anche frequenti cambiamenti a livello dirigenziale e un organico rivoluzionato ogni settimana. Inevitabile la mancanza di una qualsiasi forma di serenità, indispensabile per lavorare bene. Si auspica che vi siano le conferme di Ferrarese (improbabile) e di Aquaro (in dubbio) come punto di partenza e che arrivino poi alcuni rinforzi mirati (e non dei nomi casuali che spesso tristemente accade in quel di Trento). In questo momento la salvezza è miraggio.