lunedì 3 dicembre 2012

I recuperi di Domenica 2 Dicembre



La Bassa è già in letargo dopo le due ultime preziosissime vittorie, ma il calcio regionale non si è ancora fermato e come sappiamo i risultati delle altre regionali potrebbero rivelarsi decisivi per il destino dei nonesi. 

La partita della domenica si giocava al Briamasco, dove Comano e Levico hanno disputato la finale di coppa. Dopo 120 minuti di battaglia il trofeo è finito nelle mani dei giudicariesi, che l’hanno spuntata solo alla lotteria dei rigori, dimostrandosi infallibili dal dischetto. Per la cronaca, i vincitori un tiro dagli undici metri l’avevano in realtà sbagliato, ma in precedenza, durante la partita. Tempi regolamentari e supplementari non sono bastati per dirimere la contesa e sbloccare il risultato di parità. Un 2-2 frutto di una partenza a razzo del Comano e di una rimonta dei valsuganotti costretti ad inseguire dopo il doppio vantaggio degli avversari. I gialloneri si portano sul 2-0 già nel primo quarto d’ora grazie ai gol di Litterini e Celia. Il primo sfrutta un assist di Masè, il secondo è bravo a fiondarsi subito sulla respinta del portiere che aveva intuito il rigore del compagno. Nel finale di tempo il Levico accorcia grazie a Simoni, il quale approfitta delle percussioni di uno scatenato Betti che sulla destra fa la differenza. Il pareggio arriva solo al 83esimo con Nicolussi Paolaz che in spaccata anticipa tutti trovando la zampata vincente sulla punizione di Filippini. Nessuno riesce più a colpire e si va ai rigori dove la parata di Lorenzi e la rete di Osei daranno il via alla festa del Comano. 

Alla gioia dei giudicariesi si aggiunge quella del San Martino che in uno dei recuperi di Eccellenza sbanca Termeno e vola in testa alla classifica laureandosi campione d’inverno. Risultato straordinario per gli altoatesini che al primo anno in categoria stanno facendo scintille. Sfiorata più volte la promozione, la squadra della val Passiria è riuscita l’anno scorso a raggiungere l’obiettivo e ora non sembra volersi fermare. Merito di una squadra tosta che ha in Lanthaler, attuale capocannoniere del torneo, una bocca da fuoco devastante. 

Rimanendo in Eccellenza ma passando agli incontri che interessano più direttamente la Bassa, va segnalato il ritorno al successo dell’Alense che abbandona l’ultimo posto violando il sempre insidioso campo del Naturno. Dopo l’iniziale vantaggio, gli altoatesini subiscono il micidiale ritorno degli ospiti che nel giro di due minuti ribaltano il risultato (Bonazza, Mutinelli) e si portano a soli due punti dai rivali di giornata. La squadra di Ala rimane comunque in zona retrocessione e dovrà soffrire fino alla fine. La vittoria è ad ogni modo un segnale incoraggiante, che conferma che la compagine del presidente Candio non ha intenzione di arrendersi. In attesa del match di Levico che chiuderà definitivamente l’andata, possiamo già dire che al momento vi è una sola trentina in zona retrocessione. Le altre, tuttavia, ad esclusione del Dro lanciato verso traguardi più nobili, non devono assolutamente abbassare la guardia. 

Anche in Promozione si sono disputate alcune partite e più precisamente tre recuperi della 13esima giornata. I risultati non sono stati proprio pessimi nella prospettiva della Bassa. Al Quercia, Rovereto e Azzurra si dividono la posta in palio (2-2) con i nonesi che rimangono così a +6 sulla zona pericolo. La prima inseguitrice è proprio il Rovereto che dopo il vantaggio ha rischiato addirittura la beffa: le zebrette passano alla mezz’ora, ma proprio all’ultimo secondo della prima frazione subiscono il pareggio di Pedrotti. Nel secondo tempo lo stesso Pedrotti porta in vantaggio i suoi in contropiede. Grande momento per l’ex Lavis che, lasciata la squadra rossoblù in cui non trovava spazio, sembra aver ritrovato fiducia e confidenza con il gol. A dieci dal termine i bianconeri scongiurano quantomeno la sconfitta casalinga con Gioseffi, ma a sorridere è soprattutto la Bassa. Negli altri match di giornata successi di Calciochiese e Arco rispettivamente contro Castelsangiorgio e Pinzolo. I chiesani espugnano Chizzola con i gol del veterano Zaninelli e del giovane Sherim e raggiungono la Ravinense al primo posto. La squadra di Fugatti è quindi costretta a condividere il titolo di campione d’inverno con quella di Grassi. Fatale la sconfitta contro la Bassa. Il Castelsangiorgio rimane comunque una delle più belle sorprese, sia per il rendimento, sia per la qualità del gioco espresso. I ragazzi di Romani saranno però chiamati a fare ancora punti per non esser risucchiati nelle zone basse. L’Arco vince invece 2-1 sul Pinzolo, salendo a quota 24 e quindi a pari merito con i “cugini” della Baone e a +3 sulla Bassa. I rendenesi non riescono a dare seguito alla vittoria di Villa Lagarina e restano al penultimo posto con soli 10 punti. L’organico sarà certamente rafforzato e nel ritorno i punti conquistati saranno con ogni probabilità molti di più, ma per ora la Bassa può contare su un discreto vantaggio di 11 punti.

Per finire il classico sguardo sulle disavventure delle regionali in serie D. A onor del vero è stato un turno meno tragico del solito a livello di punti conquistati, anche grazie allo scontro diretto tra Trento e S.Giorgio. A Seregno la Fersina, in virtù del gol di Donati, strappa un punto che fa classifica, ma emergono ancora dei problemi che costringono i perginesi a rimanere nei bassifondi. La speranza è che il presidente Peghini, che ha sempre mostrato un apprezzabile attaccamento alla squadra, riesca ad acquistare alcune pedine di qualità per il ritorno. Il Mezzocorona crolla in casa contro la nuova capolista Voghera. Decisamente sfortunati i gialloverdi, che passati in vantaggio si suicidano sul finire del tempo con un retropassaggio sanguinoso di Pisetta (evidentemente già in clima natalizio) che regala il pareggio. Nei secondi 45 minuti gli ospiti sfruttano un rimpallo e raddoppiano. Il Mezzo si getta in avanti ma lascia troppi spazi e viene infilato in contropiede. Il 2-3 giunge troppo tardi e all’ultimo arriva pure il poker vogherese che punisce una formazione di casa generosa ma maldestra in difesa. Preoccupante la situazione di classifica dei rotaliani che sprofondano al terzultimo posto. Troppe rimonte subite, troppi punti gettati al vento. Così si rischia di retrocedere. 

Chiusura che spetta di diritto al derby Trento-S.Giorgio. Da una parte i gialloblu del capoluogo trentino, in costante affanno e sempre alle prese con gestioni societarie quantomeno rivedibili (oltre che con una classifica drammatica). Dall’altra la piccola compagine altoatesina dell’omonima frazione di Brunico, protagonista di un’epica salvezza la scorsa stagione e molto combattiva anche quest’anno. I pusteresi meriterebbero un discorso a parte per i risultati ottenuti in una categoria dove tutte le altre società hanno un budget tremendamente più consistente. Un derby interessante ma disputato in un clima un po’ depresso soprattutto a causa del caos che regna all’interno della società di via Severino. Al Briamasco ci sono comunque le telecamere della Rai con conseguente diretta televisiva. Merito della tv, del nuovo (quarto!!) allenatore o forse demerito di un S.Giorgio spento e abulico, fatto sta che il Trento regala ai suoi tifosi (comprensibilmente depressi ma sempre fedeli) una prestazione che non si vedeva da tempo. 4-2 finale e ottima figura per gli aquilotti ma in generale per tutto il movimento calcistico trentino che hanno dato spettacolo davanti agli occhi degli sportivi nazionali.  Con il talentuoso Ferrarese in panchina (in rotta con la società e purtroppo pronto a partire), è Aquaro a prendersi la scena realizzando uno storico poker. Buona partita per tutta la squadra trentina, grintosa e convinta come raramente accade negli ultimi tempi. Sugli scudi anche l’ex Qpr Alberti, imprendibile sulla fascia e di categoria superiore. Male la squadra di Morini a cui è mancato il carattere che generalmente la contraddistingue. Occasione persa per allontanarsi dalla zona play-out contro un avversario che finora aveva quasi sempre dato salomonicamente tre punti a tutti. L’ottimo tecnico saprà, tuttavia, certamente motivare e ricaricare i suoi in vista dei prossimi incontri. 

Segnali di vita da parte del Trento, che resta però fanalino di coda. A preoccupare, più che la classifica in sé, è l’assenza di stabilità interna. Non solo continue sostituzioni alla guida tecnica, ma anche frequenti cambiamenti a livello dirigenziale e un organico rivoluzionato ogni settimana. Inevitabile la mancanza di una qualsiasi forma di serenità, indispensabile per lavorare bene. Si auspica che vi siano le conferme di Ferrarese (improbabile) e di Aquaro (in dubbio) come punto di partenza e che arrivino poi alcuni rinforzi mirati (e non dei nomi casuali che spesso tristemente accade in quel di Trento). In questo momento la salvezza è miraggio.

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