Non c’è molto tempo per rifiatare
e riflettere in serie D, dove le regionali sono di nuovo scese in campo a pochi
giorni dall’ultimo incontro disputato. I sette punti accumulati consentono di
eguagliare il record stagionale fatto registrare ad inizio campionato e la
dicono lunga sul miglioramento degli ultimi tempi. Tenendo presente che in
molti casi ci si deve accontentare di qualche misero pareggio, non ci si può
certo lamentare. I punti avrebbero però potuto essere tranquillamente nove se
il Trento non avesse commesso il solito suicidio gettando alle ortiche un
successo vitale e ormai in cassaforte.
Partiamo dalle note dolenti: dopo
il buon 2-2 di Caronno, risultato che stava addirittura stretto, il Mezzocorona
sbaglia completamente la partita che avrebbe potuto segnare la svolta. In casa
contro una Pro Sesto allo sbaraglio i rotaliani riescono nel miracolo di
resuscitare i milanesi che chiudono la sfida già dopo i primi 45 minuti e senza
strafare. Un 1-4 finale che non ammette repliche: la difesa non tiene e con la
giornata no dell’attacco dei nuovi arrivati uno scarto notevole è l’inevitabile
prezzo da pagare. Atteggiamento totalmente inadeguato per i gialloverdi che
avrebbero dovuto dare tutto in un match importantissimo in quanto gli ospiti
sono in piena zona playout. Con il tre punti strappati al via Santa Maria la
Pro allunga sulle inseguitrici (Mezzo, Trento e S. Angelo) e si avvicina alle
altre formazioni della zona calda (S.Giorgio e Fersina su tutte). I draghi con
questo ko non solo hanno ridotto al minimo le loro chance di raggiungere i play
out, ma hanno pure pregiudicato il cammino delle altre regionali.
Il Trento attende al Briamasco un
MapelloBonate che si trova in una posiziona rassicurante, anche se è presto per
parlare già di salvezza diretta. Gli aquilotti possono finalmente schierare i
due colpi da novanta del mercato di gennaio e hanno a disposizione un unico
risultato: la vittoria. Assurdo pensare di raggiungere la salvezza diretta,
sono ormai poche pure le speranze di raggiungere i playout. Tenere dietro due
squadre (presumibilmente Mezzo e S.Angelo) non basta, occorre limitare il
distacco dalla sest’ultima e le recenti vittorie del Darfo e della Fersina
sembrano il colpo di grazia. La partita è comunque subito in discesa con i
gialloblù che passano al 10’ con il solito Aquaro che fulmina il portiere
avversario dopo assist ben calibrato di De Zerbi. Prima fiammata con la nuova
maglia per l’ex Cluj che appare però ancora lontano da una forma accettabile. Meglio
invece Diana, che si sforza di dare ordine in difesa. Prima della mezz’ora
arriva anche il raddoppio ad opera, manco a dirlo, di Aquaro che realizza in
diagonale dopo un contropiede partito da un pallone recuperato da Mazzetto. La
semplicità è però una sconosciuta in via San Severino e allora a pochi istanti
dall’intervallo i padroni di casa decidono di complicarsi la vita dormendo su
una punizione. Non esente da colpe il figlio d’arte Zenga, schierato per
l’infortunio del più affidabile Sforzin. Con un solo gol di vantaggio il
secondo tempo diventa una sofferenza, ma al quart’ora il talentuoso Alberti,
tra i pochi che si salvano quasi sempre dal disastro generale, trova il sigillo
del 3-1. L’assist è di un certo Aquaro, per il quale non ci sono più aggettivi:
si danna l’anima, corre 90 minuti e oltre, segna e si traveste pure da
assist-man. Impossibile chiedergli di più. Partita finita? Neanche per idea.
Quando in campo c’è il Trento tutto è possibile, nel bene e nel male. Ma
soprattutto nel male. Trascorrono all’incirca 10 minuti e il Mapello torna
sotto. I bergamaschi approfittano ancora di errori imperdonabili e
dell’indecisione dell’estremo difensore e si riportano a meno uno da un Trento
nel frattempo rimasto con un uomo in meno per l’espulsione di Rossi. Il finale
è un calvario con i padroni di casa che faticano ad abbassare il ritmo e a
gestire il risultato. Alberti coglie il legno, sfiorando la doppietta personale
che avrebbe messo la parola fine sull’incontro. Come da copione, invece, gli
aquilotti a tre dal termine subiscono il 3-3, per non deludere chi si è ormai
abituato a esiti drammatici. Tiro non irresistibile che Zenga riesce solo a
toccare. Alcuni dicono che il tiro sarebbe uscito. Meglio non pensarci. Pareggio
che vale quasi come e una sconfitta e giornata da dimenticare per il figlio dell’ex
portiere di Inter e Nazionale, che comunque è ancora giovane e può riprendersi.
Per il Trento invece il destino appare segnato. Troppi punti buttati in una
fase della stagione in cui non sono più ammessi sbagli. Talvolta per errore del
reparto, altre volte errori dei singoli, in altri casi un po’ di sfortuna.
Fatto sta che i punti dalla sest’ultima sono 13 e il massimo perché si giochino
i play out è 8. La speranza è in un miracolo sportivo, la realtà è che l’Eccellenza
è sempre più vicina.
Domenica derby della
disperazione: a Mezzocorona i padroni di casa ospiteranno proprio il Trento. L’imperativo
per entrambe è vincere per sperare. Ma potrebbe non bastare. Chi perde ha già
un piede nella fossa.
Molto bene le altre due regionali
che vincono e convincono, allontanandosi in maniera probabilmente definitiva
dalla retrocessione diretta e mettendo fra loro e le ultime un distacco che
potrebbe significare salvezza senza playout per una delle due.
Il S. Giorgio regola il S. Angelo
in una partita da vincere assolutamente. I rossoneri lodigiani con questa
sconfitta crollano all’ultimo posto, raggiunti dal Trento e sempre più lontani
dalla zona playout. Agli Jergina basta un gol per tempo: il positivissimo Orfanello
e un’autorete. Vittoria d’autorità che chiude un periodo poco felice. Unica
nota stonata l’addio al calcio dell’esperto bomber di casa Bachlechner,
tormentato dagli infortuni.
Discorso simile per la Fersina
che liquida la Caronnese con lo stesso punteggio. Vittoria all’inglese grazie
alle reti di Oussu e Bazzanella. Bella rivincita per l’autore del primo gol,
non sempre perfetto in fase difensiva in altre partite. Il suo colpo del tempo
a fine primo tempo consente ai perginesi di potere gestire con più tranquillità
la ripresa. I gialloneri contengono la reazione dei più quotati avversari e al
93’ chiudono il discorso con Bazzanella. Secondo successo consecutivo per la
banda di mister Cortese che riesce finalmente a raccogliere quanto seminato. Merito
di una maggiore concretezza in avanti e di una crescente solidità difensiva. La
squadra ha inoltre lottato stoicamente, dunque non manca nemmeno lo spirito.
L’obiettivo più realistico è il
sesto posto con contestuale mantenimento di un significativo vantaggio sulla
terz’ultima, ma viste le recenti prestazione si può sognare qualcosa di più. I
perginesi sembrano i più completi, ma non sarà facile andare oltre la posizione
attuale, visto che le dirette rivali stanno raccogliendo ultimamente molti
punti (Darfo in primis, ma anche l’Alzano pare in ripresa).
Considerando quanto detto,
sembrano esserci buone possibilità che le nostrane retrocesse quantomeno non
siano quattro., il che semplificherebbe le cose alle squadre della Promozione!
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